sabato 29 novembre 2014

L'ELEMOSINA



L'ELEMOSINA
Un giorno di molto tempo fa, in Inghilterra, una donnetta 
infagottata in un vestito lacero percorreva le stradine di un 
villaggio, bussando alle porte delle case e chiedendo 
l'elemosina.

 Molti le rivolgevano parole offensive, altri incitavano il cane
 a farla scappare. Qualcuno le versò in grembo tozzi di 
pane ammuffito e patate marce. Solo due vecchietti fecero
 entrare in casa la povera donna.
«Siediti un po' e scaldati», disse il vecchietto, mentre la 
moglie preparava una scodella di latte caldo e una grossa
 fetta di pane.
Mentre la donna mangiava, i due vecchietti le regalarono 
qualche parola e un po' di conforto.

Il giorno dopo, in quel villaggio, si ve
rificò un evento 
straordinario. Un messo reale portò in tutte le case un 
cartoncino che invitava tutte le famiglie al castello del re.
L'invito provocò un gran trambusto nel villaggio, e nel 
pomeriggio tutte le famiglie, agghindate con gli abiti della 
festa, arrivarono al castello. Furono introdotti in una 
imponente sala da pranzo e ad ognuno fu assegnato un 
posto.
Quando tutti furono seduti, i camerieri cominciarono a 
servire le portate. Immediatamente si alzarono dei borbottii 
di disappunto e di collera.

I solerti camerieri infatti rovesciavano nei piatti bucce di 
patata, pietre, tozzi di pane ammuffito.

Solo nei piatti dei due vecchietti, seduti in un angolino, 
venivano deposti con garbo cibi raffinati e pietanze squisite.
 Improvvisamente entrò nella sala la donnetta dai vestiti 
stracciati.

Tutti ammutolirono. «Oggi disse la donna avete trovato 
esattamente ciò che mi avete offerto ieri».

Si tolse gli abiti malandati. Sotto indossava un vestito 
dorato.

Era la Regina.

sabato 8 novembre 2014

Felicità




Se è così difficile trovare la felicità, è perché la si attende. Si è in attesa di incontrare il grande amore, in attesa di trovare il successo, la fortuna, la gloria, e se questi non si presentano si è infelici. In realtà, la felicità non è qualcosa che arriva o non arriva, così, dall'esterno, ma uno stato di coscienza che dipende da una buona comprensione delle cose. Non bisogna immaginare di essere venuti sulla terra per vivere negli agi, nei piaceri e nell'abbondanza. Si è venuti sulla terra per imparare e perfezionarsi. Ebbene, come perfezionarsi se non si hanno ogni giorno nuovi problemi da risolvere, nuovi ostacoli da superare? La terra è una scuola e, come in tutte le scuole, solo quelli che imparano e progrediscono posso sentirsi felici.
Allora, non aspettate che la felicità venga dall'esterno sotto forma di incontri o condizioni favorevoli. La felicità reale, definitiva, può giungere solo da voi stessi, dal vostro modo di considerare le cose e di lavorare. Con un buon ragionamento e una buona filosofia, potete rendervi padroni della vostra felicità. E soprattutto non aspettatela senza fare nulla. Sta a voi agire e applicare i metodi che vi permetteranno di trasformare i dispiaceri in gioie e i fallimenti in successi".
Omraam Mikhaël Aïvanhov